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OSSERVA LA MATRICE. Trasforma il tuo sogno

Molte persone vivono la vita cercando di bloccare la sofferenza, per non sentire l’angoscia, senza cogliere le opportunità di cambiamento che il dolore offre. Eppure, così facendo, blocchiamo anche il piacere, la grazia e la spiritualità del corpo, la possibilità di apportare una trasformazione concreta nella nostra vita ed in quella dell’intero pianeta.

    Cos’è il sogno manifesto?
Voglio partire dal mondo della psicologia, per traghettarti verso un atteggiamento trasformativo e pro-attivo, portandoti a stravolgere quel mondo di cui tanto spesso ti lamenti.
Lo sapevi che è nella nostra infanzia che inizia il sentiero personale manifesto in cui s’intrecciano i fili delle emozioni, dei pensieri, delle esperienze e dei sogni che danno vita al “sogno manifesto”?
Nelle relazioni che stabiliamo con le figure di riferimento, ovvero gli adulti significativi della nostra infanzia, sviluppiamo la matrice dei cosiddetti stili di attaccamento. Attraverso queste relazioni primarie apprendiamo il modo di entrare in relazione con noi stessi, con gli altri e col mondo che ci circonda, così che ogni relazione nell’arco della vita sarà influenzata da questo imprinting.
È come se infilassimo degli occhiali e leggessimo ogni evento ed esperienza attraverso quelle lenti.

Esistono diversi stili di attaccamento

1.        Attaccamento sicuro
Il bambino sviluppa uno stile di attaccamento sicuro quando gli adulti di riferimento hanno saputo leggere e sintonizzarsi con i suoi segnali e sono pronti a dare la protezione nel momento in cui emerge la richiesta. Il bambino sentirà che la figura che lo accudisce è un porto sicuro dal quale si può allontanare per esplorare il mondo, e al quale può tornare quando si sente turbato o ne sente la necessità. Crescendo si sentirà sicuro nell’esplorare il mondo e certo di essere amabile, saprà sopportare i distacchi senza paura di essere abbandonato, avrà fiducia nelle proprie capacità ed in quelle degli altri.

2.       Attaccamento insicuro evitante
Tuttavia, se il bambino percepisce la figura accudente come inaffidabile e/o rifiutante imparerà a non chiedere aiuto nel momento del bisogno; per paura del rifiuto si mostrerà apparentemente autosufficiente, maturando la convinzione di non essere amato. Questo stile, chiamato insicuro evitante, creerà un adulto emotivamente freddo, che cercherà di evitare i conflitti e farà fatica a soddisfare le richieste emotive di chi lo circonda.

3.        Attaccamento insicuro ambivalente
Se il bambino percepisce, invece, la figura di attaccamento come disponibile ma in modo discontinuo (a volte la madre è presente ma spesso è assente), leggerà il mondo con le lenti dell’ansia ed in particolare dell’abbandono. Svilupperà così uno stile di attaccamento insicuro ambivalente; quando prevarranno i modelli positivi dentro di sé vivrà le relazioni con gli altri in modo positivo, sentendosi e sentendo l’altro degno d’amore, ma quando prenderanno il sopravvento i modelli negativi del Sé, come persona fragile che non è degna di essere amata, allora entrerà nel tunnel della negatività rispetto a se stesso e agli altri.

4.       Attaccamento insicuro disorganizzato
Infine, se le figure di accudimento sono intimorite e spaventanti, si svilupperà uno stile insicuro disorganizzato, in cui la figura di Sé e dell’altro è vissuta in modo negativo. Da adulto cercherà di stabilire disperatamente delle relazioni ma per lui l’altro è il nemico che gli farà del male, sceglierà dunque delle relazioni e attrarrà esperienze che confermano questa visione.

Quando arrivano l’ansia e la paura?
Se le tue “lenti” sono distorte da un legame di attaccamento insicuro puoi provare ansia e vivere delle paure di cui non sei pienamente cosciente che limitano la tua vita quotidiana.

Puoi intervenire? Come puoi modificare il sogno manifesto?

  1. Inizia ad osservare il tuo stile di attaccamento ripercorrendo il modo in cui sei stato cresciuto, come sei stato educato e come ti sei sentito trattato durante la tua infanzia.
  2. Con gli elementi raccolti puoi iniziare il processo di presa di coscienza, una trasformazione interiore che nell’opera alchemica viene definita “nigredo”.
  3. Aprendo la porta dell’inconscio divengono sempre più coscienti i contenuti dell’anima, del tuo vero Sé. Sei nella seconda fase dell’opera alchemica, “l‘albedo
  4. Entri ora nell’ultima fase dell’Opera, la “rubedo” dove il disordine trova la sua soluzione: va creata una stabilizzazione delle nuove percezioni e dei nuovi comportamenti.

Lo so che non è un percorso semplice ma ne vale la pena, puoi trasformare profondamente la tua vita e trovare la pace interiore che meriti.

Studio

Viale G. Marconi, 375
65126 Pescara

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